Konbanwa a tutti.

 

Oggi blow rock vi porta a est, nell’impero del Sol Levante; la terra dei samurai, della tecnologia e del progresso, stretta come una preda nella morsa di antichissime tradizioni che fanno da contrappunto all’estrema modernità da cui si è circondati. E onestamente il primo impatto con la megalopoli per eccellenza, Tokyo, può per qualche istante stordire. Abituati a vederla in tv, magari facendosi quattro risate prendendo un po’ in giro i giapponesi, non si può capire il senso di una città immensa, immersa in una vorace quotidianità che inghiotte le vite di 13 milioni di persone. Tutti sembrano indaffarati, in ordine come formichine ai semafori o in attesa della metro. L’odore che investe le strade è quello tipico della cucina asiatica, con molte spezie locali e ovviamente il sempre salutare smog, visto il traffico.

Motivo per cui molti abitanti indossano delle mascherine quando escono di casa.

 

Noi invece tiriamo dritto fino alla nostra meta, situata nel quartiere speciale di Tokyo chiamato Bunkyo.

 

Perché speciale? In due parole, è la denominazione data dal governo alle aree più popolose della metropoli, cioè quelle situate a est dell’isola, sorte sulla vecchia città di Tokyo. Ed è assolutamente pazzesco ritrovarsi imbottigliati nel traffico all’ora di punta, vi assicuro.

A Bunkyo si trova il Tokyo Dome, ufficialmente lo stadio della squadra di baseball dei Yomiuri Giants, ma che all’occasione si trasforma in una cattedrale della musica. Fa parte di un complesso molto vasto chiamato Tokyo Dome City, e se volete farvi venire i brividi l’unica cosa da fare prima di un concerto è andare al parco divertimenti accanto al Dome vero e proprio, che con la sua capienza prossima alle 60.000 persone

e un’acustica incredibile, è perfetto per ospitare i migliori artisti del mondo. Qui, dal 1988, anno di apertura, hanno suonato tanti tra i più grandi: Michael JacksonMadonnaBon JoviPoliceVan Halen… Stasera suonano gli Orange Range, una delle band più popolari di tutto il Giappone. Un mix abbastanza riuscito a dirla tutta, di poprock, un po’ di synth e tre belle voci.

Il biglietto me lo ha regalato un ragazzo che non poteva più andare. Mi sono offerto di pagare ( non è vero ) ma lui ha insistito e quindi non ho potuto rifiutare. In Giappone sarebbe considerato offensivo.

 

Shangai Honey è l’unica cosa che ho capito durante queste due ore di esibizione…

Esco da lì dentro frastornato, non capisco quasi niente di quello che viene detto intorno a me e istintivamente vorrei picchiare qualcuno così, per difesa preventiva, in caso qualcuno mi stesse insultando.

Poco male. Incamminiamoci verso sud, tra i grattacieli di vetro e il tradizionale stile nipponico. Scendiamo verso Chiyoda, dove si trova un’altra tappa del nostro peregrinare, quel Budokan costruito per le olimpiadi e che è un altro tempio della musica. Nel frattempo mi fermo alla bancarella a prendere dei noodles da mangiare al volo, questo Giappone mi comincia a mettere appetito. Ora è quasi del tutto buio, e con tutte le luci accese adesso la città è da brividi. Mi sento come in un film. Bicchierino di Sakè e via allora. Facciamo ‘sti altri due passi e siamo già lì, dai.

 

Arena costruita principalmente per le arti marziali, qui è dove i Beatles fecero il loro debutto in Giappone. A partire dal 1978 questa struttura cominciò ad assumere sempre più importanza strategica come sede di concerti. In quell’anno infatti Bob Dylan pubblica live at Budokan, con vendite molto importanti e che renderà quest’arena famosa.

Sul palco si sono esibiti personaggi del calibro di Ozzy, degli Oasis, dei Pearl Jam, dei BlurDream Theater.

Proseguendo con TotoEric ClaptonSinatraBryan AdamsRed Hot Chili Peppers ed Avril Lavigne, per citarne solo alcuni.

 

Un inchino dinnanzi a quest’opera gigantesca è richiesto, per cultura e per dovere. La sua maestosità sembra infatti invitare le persone a rispettare quel “sacro suolo”. Portare riverenza!

Tra qualche giorno qui suoneranno i Kiss, e io insieme ai miei due amici giapponesi Yoku e Midori saremo in mezzo alla calca a cantare come disperati e senza domani Detroit Rock CityI was made for lovin you, o Rock and Roll all nite, come facevo da ragazzino. E già mi vedo sotto il palco con la magliettina e col viso truccato a fare le linguacce e soprattutto a prendere in giro Yoku e Midori per il loro inglese terribile.

E siccome ora ho ripensato a quando ero ragazzino, non mi resta che condurvi al centro del mondo del divertimento: Akihabara.

La parte ” elettronica ” di Tokyo, stracolma di negozi, bar, locali, sale giochi, intrattenimento a luci rosse, fumetterie e negozi di costumi per fare cosplay. Non è per nulla raro vedere gente travestita da qualche eroe di anime, anzi spesso si prestano pure a posare per foto ricordo coi turisti.

Ora, ho appena visto dalla vetrina di una sala giochi un cabinato pazzesco che voglio subito provare…Scusate un attimo.

Nel frattempo voi fatevi un giro nei dintorni, magari visitate uno dei numerosi templi e cercate la pace. E se non la doveste trovare andatevi a fare un bel karaoke, che qui va tantissimo.

Mata-ne (a presto)

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