Una frase attribuita a Jean Reno, attore e registra francese, recita: “In Australia ci si annoia; al massimo si può fare un po’ di surf e l’unica valida alternativa è bere”; tal frase sembra peraltro calzare a pennello con lo stesso nomeAustralia, che l’etimologia fa derivare dal greco αυστηρός (austeròs) che significa severo, rigoroso, insomma austero.
Niente di più falso!
L’ Australia è terra curiosa, non sono rari strani fenomeni meteorologici – una volta a Lajamanu piovvero pesci (sic!) – ma è anche terra di forte attrazione turistica, giovane e dinamica e offre centinaia di attrazioni da visitare. Nonostante la capitale sia Canberra, la città più antica e importante è sicuramente Sydney, ed è proprio questa la città che oggi visiteremo.
Accattivante e nostalgica come un vecchio bolide che da sfoggio delle forme sinuose e del rombo assordante, Sydney è una città con una doppia anima, contemporaneamente moderna e antiquata, passeggiarvi per ammirarne la verticalità dei numerosi grattacieli di vetro e ferro dalle linee futuristiche che convivono armoniosamente con la bellezza dei monumenti e dei palazzi di epoca vittoriana.
Sulla splendida baia dal mare suggestivo e sullo sfondo blu marino arricchito dallo scintillio dei riflessi del sole e dalle scie bianche lasciate dalle centinaia di barche in movimento, si erge la celebre Opera House, perla architettonica e uno tra i più eminenti palcoscenici teatrali al mondo. Qui, tennero uno dei loro primissimi concerti gli AC/DC.
Intorno ai primi mesi del ’74, con l’allora cantante Dave Evans, la band aveva cominciato ad acquisire una sua identità ed un suo certo seguito, nonostante i continui scossoni cui era sottoposta la line-up (ora Rob Baileyal basso, ora Peter Clack alla batteria), e si esibiva quasi senza sosta in giro per la città – si dice anche per 3 concerti a sera!
Il 26 Maggio gli AC/DC vennero chiamati a supporto della band di Stevie Wright che si sarebbe esibita sulla scalinata che porta appunto alla Sydney Opera House. Il rocker australiano (che all’epoca spopolava) era in contatto col gruppo perché era un ex-compagno negli Easybeats (fine anni ’60) di George Young e Harry Vanda, i primi produttori degli AC/DC.Il concerto, benché avvolto in un alone di mistero si dice sia stato un vero e proprio tripudio: 25000 spettatori paganti e 10000 persone fuori dai cancelli. Con quel concerto sicuramente la band di Sydney ebbe la via spianata al successo e alla fama, quantomeno in ambito per così dire “locale”.
Ma Sydney non ha dato i natali solo alla band di Angus Young; Sydney intrisa di musica sin nelle sue viscere, è terra natia anche dei contemporanei Wolfmother, conosciuti al grande pubblico per la canzone Woman e sui quali la critica ufficiale ed eminente si è più volte divisa, passando da mirabili elogi a fredde stroncature, da paragoni che li hanno visti rassomigliare a bands del calibro dei Led Zeppelin e Black Sabbath, a eloquenti commenti come quello fatto da Mike Patton, frontman dei Faith No More, il quale ha sentenziato “In che anno siamo? Gesù! Scusate, ma… Wolfmother fate schifo! “.
Sydney e l’Australia, è una terra che al pari di molte altre ha contribuito alla causa del Rock, perciò piuttosto che caratterizzarla alla Jean Reno, è preferibile ricordarla con le parole di Charles M. Schulz, fumettista creatore delle strisce dei Peanuts: “ Don’t worry about the world coming to an end today. It is already tomorrow in Australia.”