Armato di buoni propositi e come eroe crociato, investito della sacra missione di fare il punto sulle tribute band, ho messo a disposizione della mia modestissima esperienza in merito, diverse informazioni e spunti raccolti da amici o qua e là nei locali. Mi è subito saltato all’occhio che attorno a questo argomento – come in ogni cosa, ma qui forse anche di più e con maggiore ostilità- si sono costituite due vere e proprie fazioni, due eserciti che si contendono (a modo loro) le sorti della musica, ovvero i detrattori delle tribute band e i suoi estimatori. Queste due orde di combattenti, musicisti e non, appassionati o semplici provocatori, si scontrano frequentemente in ogni dove, ma il loro terreno preferito è il live club; li vedi agitare, con gli occhi rossi di fuoco – chissà se solo per la foca dell’agone – come un naufrago nel tentativo di mostrasi alla nave che potrebbe salvarlo e gridare, i primi:
«Noi abbiamo tutti pezzi nostri inediti, ma i locali contattano solo ‘sti ragazzini di sto cazzo di Cover band! È una vergogna, capite? Si mettono a sfruttare i morti!»,
i secondi solitamente ribattono che:
«Per avviare un locale, però, Tribute e Cover band sono perfette perché il pubblico preferisce ascoltare i propri miti che degli emeriti sconosciuti, che spesso fanno anche cagare!»
«Bravo, e allora facciamogli ammazzare la Musica!…»
«Senti le minchiate che dici? E i grandi compositori, i Verdi? i Vivaldi? Così, brutto scemo le Orchestre Classiche sono delle tribute-band che sfruttano i morti?»
A questo punto, con certezza matematica farà capolino, “il colto” – intendiamoci, conosce solo “L’Elisir” diDonizzetti, le parole di “E lucean le stelle”, la quinta sinfonia di Beethoven, solo il primo movimento e ha letto mezza pagina di Carl Dahlhaus, ma lui è già musicologo – che prodigo di aggettivi superlativi che fanno molto melomane, sentenzierà:
«Come insegna il Maestro Bollani, il concetto di “Cover” o più correttamente, Repertorio, esiste dal 1826, quando il grandissimo Mendelson riportò alla luce la Passione secondo Matteo dell’onnipotente J.S.Bach! Nasce così il concetto di interpretare i brani altrui e farsi un Repertorio, cosa che prima, non c’era; infatti l’unica reale concezione era quella di scrivere, nient’altro! Ti insegno una cosa, molti grandi compositori del ‘900 hanno composto molto, ma anche interpretato molto! Ora, questo si è riflesso anche sulla Musica Leggera»
E’ difficile districarsi in mezzo a questo tenzone e non esserne colpiti per mano del purista musicale o non soccombere sotto la terrificante gragnola di luoghi comuni, a volte mezzi veritieri e spesso falsi, ma, se è vero che i luoghi comuni sono spesso comuni verità, ciò vuol dire che la verità è a portata di mano e si trova in mezzo a tutti questi stereotipi e preconcetti.
Io una idea me la sono fatta e credo che la dicotomia tributo-inedito sia completamente errata, entrambi non solo sono due cose diverse, ma vengono da esigenze diverse e si rivolgono a fruitori diversi e soprattutto non sono altro che le due facce della stessa identica medaglia, ovvero il crescente decadimento culturale, che in una società che si avvicina sempre più alla fine dell’attuale assetto economico deve abbracciare necessariamente tutti gli aspetti della vita sociale, non ultimo la musica. La nostra società è esclusivamente dedicata al profitto o meglio alla massimizzazione di questo e necessariamente ciò che non ne produce non è degno di esistere, da qui la preferenza per impresari e locali, che pur di incrementare i propri profitti pagano e persino strapagano tribute band – solo per ricavarne il doppio mica per promuovere musica – , le quali spesso oltre ad essere composti da buoni musicisti, hanno il pregio di far conoscere vecchie e storiche band alle nuove generazioni; e sempre da qui la difficoltà per le band inedite che oltre al pregio dell’originalità hanno spesso anche quello della competenza musicale e tecnica, di tracciare un proprio cammino e trovare un proprio spazio, un proprio peso all’interno del mondo musicale. Il problema non è Band tributo VS Band Inedita, il problema è che questa società come ammazza la musica, la letteratura e qualunque altra arte, sta ammazzando noi.
“Vuoi davvero lasciare ai tuoi occhi solo i sogni che non fanno svegliare?” (de Andrè)