Un fascio di luce su una chitarra. Bono illumina Edge sull’assolo finale di Bullet the Blue Sky con un faro ad occhio di bue e regala un momento che diventa la copertina dei sentimenti irradiati di Rattle and Hum.

E’ il 1990. Gli U2 sono reduci dal successi da quell’album introspettivo e mistico di nome The Joshua Tree. Sono reduci dal tour e dall’America. Sì l’America, quel luogo visionario intriso di leggende che fa breccia presto nel cuore dei quattro ragazzi di Dublino.

“Amo essere qui, amo l’America, amo la sensazione di ampi spazi selvaggi, amo i deserti, amo le catene montuose, amo anche le città…” Parole di Bono.

Rattle and Hum è tutto qui. E’ l’intreccio tra la musica live degli U2, i sensi di viaggio e le rievocazioni, un misto di inediti e brani dal vivo, di collaborazioni e sonorità. E’ un frullato di pregi e difetti tipicamente americani, tra sogni ammiccanti a stelle e strisce e angosce imperfette. E’ un excursus di miti passati, presenti e suonanti.

C’è BB King e il blues nel duetto di When Love Comes to Town, c’è Billie Holiday, l’Angelo di Harlem. C’è il segno di Bob Dylan nella cover di All Along the Watchtower, c’è Bob Dylan in carne ed ossa n a suonar l’organo in Hawkmoon 269. C’è il ritmo un po’ gospel di I still haven’t found, come in qualche Chiesa afroamericana dell’America del Sud. C’è la Pride, In the name of Love per Martin Luther King. C’è l’America on the road dei paesaggi di Heartland e l’America assassina e guerraiola di Bullet the Blue Sky. C’è l’America innamorata pazza degli inglesi Beatles: la cover di Helter Skelter apre il disco con una forza impressionante; God Part II fornisce il continuo naturale della “God” di John Lennon.

Il trip scorre energico ed emozionante; non è roba per cuori deboli. E si chiude morbido. Sulla purezza di All I Want is you, sembrano scorrere i luoghi e i volti dell’America formato U2, come fossero titoli di coda. Si tirano sospiri. Si riflette. Si trema. Si prova nostalgia. Speranza. Ancora nostalgia. Ancora speranza.

Rattle and Hum è un rantolo e un bisbiglio, dal centro dell’anima. Una spolverata di fascinosa magia ai paradossi dell’American Dream. Come uno spiraglio luminoso su una chitarra nel buio.

Da questo album è stato poi tratto un film-documentario molto interessante. Consigliata la visione. Esplicitamente.

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